Fondo Cellini
La Biblioteca “Luigi Grassi” riceve nel 2003 la donazione della biblioteca e dell’archivio di Pico Cellini e di Antonia Nava Cellini.
Pico Cellini, famoso restauratore e storico dell’arte, è stato in rapporto con l’Università Roma Tre: ha tenuto corsi di lezione e nel 1998 ha conseguito la Laurea honoris causa. Sua moglie, Antonia Nava, fu una delle prime e maggiori studiose della scultura barocca italiana.
Il Fondo Cellini consta di circa 2600 opere; include monografie su artisti, opere su Roma, libri sul restauro, mobilio, tappezzeria e arti minori, moltissimi cataloghi di aste e circa 1000 fascicoli di riviste.
La collezione vanta inoltre un centinaio di monografie appartenute a Antonia Nava Cellini, della quale riportano la nota di possesso; l’argomento dominante è la scultura del Sei-Settecento, per lo più romana e napoletana.
Arricchisce inoltre la biblioteca dei due studiosi il fondo del mercante d’arte americano H. Woodbury Parsons.
L’acquisizione del fondo Cellini ha contribuito in maniera fondamentale a delineare la fisionomia della biblioteca che, oltre ad aver ricevuto in dono una raccolta dal notevole valore storico e documentario, ha potuto arricchire le proprie collezioni colmando alcune lacune, ed integrando in maniera significativa il settore dei periodici.
Archivio Cellini
L’archivio è stato inventariato e ordinato nel 2008, grazie ad un progetto speciale del Sistema Bibliotecario di Ateneo, sotto la supervisione di Arianna Franceschini.
L’archivio comprende i subfondi Archivio Pico Cellini, Archivio Antonia Nava Cellini e Archivio Harold Woodbury Parsons; è costituito da un insieme di carte, pubblicazioni e fotografie relative a restauri, studi su singole opere, documentazione amministrativa e corrispondenza privata, organizzate in 16 Serie contenute in 40 Buste e un Indice.
La catalogazione è stata eseguita nell’ambito di un progetto didattico, curato da Giovanna Sapori e Mario Micheli, che prevedeva l’assegnazione di tesi di laurea sulle opere e sui restauri compiuti da Cellini sulla base dei documenti conservati.
Il complesso iter si è concluso, sotto la supervisione del personale bibliotecario, con l’immissione nel discovery di Ateneo di tutto il materiale, che quindi ora è consultabile .
Vista la specificità del materiale, la consultazione è disciplinata da apposito Regolamento.