Fondo Giovanni Riccioli
Preziosa raccolta che include più di 500 volumi su temi di letteratura, storia e critica letteraria francese acquisiti nel 2011 lascito del francesista Giovanni Riccioli, specialista di Benjamin Constant, tra i principali intellettuali del XIX sec.
Giovanni Riccioli (1927-2010)
Nato a Siracusa il 10 luglio 1927 e cresciuto a Tripoli fino ai 13 anni, Giovanni Riccioli si laurea in letteratura francese a Roma con Giovanni Macchia; si è spento a Roma il 29 agosto 2010 dopo una breve malattia.
Carriera
Sebbene inizialmente attratto dal giornalismo e dall’editoria, il suo percorso accademico si stabilizza grazie all’influenza di Luigi De Nardis e alla sua esperienza come assistente d’italiano all’Università di Grenoble, dove incontra la futura moglie Barbara. Dopo aver insegnato in diverse università italiane, tra cui Pescara, Chieti e Messina, Riccioli ottiene una cattedra di professore ordinario a Perugia, dove rimane fino alla fine della carriera.
Campi di interesse
- Letteratura Francese del XVIII e XIX sec.: Giovanni Riccioli ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio della letteratura francese dei secoli XVIII e XIX. I suoi studi si sono concentrati su importanti autori e movimenti di quel periodo, con particolare attenzione a figure come Benjamin Constant e Madame de Charrière.
- Letteratura Francese del XX sec.: Riccioli ha esteso i suoi interessi anche alla letteratura francese del XX secolo, analizzando autori come André Malraux e Paul Nizan. Le sue ricerche hanno contribuito a una maggiore comprensione delle opere e dei temi di questi scrittori.
- Storia dell’Arte e Cinema: campo di grande interesse per Riccioli è stato il rapporto tra arte, letteratura e cinema. Ha esplorato come questi ambiti interagiscano, con particolare attenzione ai temi del sacro, del comico e dell’influenza della psicanalisi.
Pubblicazioni principali
- Giovanni Riccioli, L’ambizione, la morte nell’Adolphe di B. Constant (1967) Padova: Liviana.
- Giovanni Riccioli, Madame de Staël et Madame de Charrière (1967) Firenze: Sansoni.
- Giovanni Riccioli, L’Esprit di Madame de Charrière (1967) Bari: Adriatica.
- Giovanni Riccioli, «Aden-Arabia» di Paul Nizan e una discutibile proposta di J. P. Sartre (1962) Roma: Editori Riuniti.
- Giovanni Riccioli, Ernest Psichari (1976) Roma: Lucarini.
- Giovanni Riccioli, Constant de Rebecque, Samuel: de et al. Le mari sentimental (1975) e note di G. Riccioli. Milano: Cisalpino-Goliardica.
- Giovanni Riccioli, Bonheur e malinconia nel «Mari sentimental» di Samuel de Constant (1975) Milano: Cisalpino-Goliardica.
- Giovanni Riccioli, Le noble, Mrs. Henley, Caliste (1975) a c. di G. Pescara: Libreria dell’Università.
- Giovanni Riccioli, Bonheur e società: saggio su Samuel de Constant (1980) Bari: Adriatica.
- Giovanni Riccioli, Lucien Leuwen e l’avventura dell’io (1998) Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane.
- Giovanni Riccioli, Lucien Leuwen ed il salotto di sua madre (1999) Grenoble: Centre d’Etude et de Recherche sur la Culture Italienne Contemporaine.
- Giovanni Riccioli, La famiglia Leuwen e la politica: per una lettura di Lucien Leuwen di Stendhal (1995), Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane.
- Giovanni Riccioli, Lorenza Maranini e il «leuwismo» (2003) Fasano,
Analisi e approfondimenti
Giovanni Riccioli ha segnato il suo percorso critico con libri e saggi principali:
- 1968 – L’Ambizione, la morte nell’Adolphe di Benjamin Constant (Padova, Liviana)
- 1968 – L’Esprit di Madame de Charrière (Bari, Adriatica) testo di riferimento su una scrittrice all’epoca poco indagata.
- 1980 – Bonheur e società:saggio su Samuel de Constant (Bari, Adriatica)
- 1998 – Lucien Leuwen e l’avventura dell’Io (Napoli, E.S.I.) conclude la carriera di Riccioli come studioso, dedicandosi al romanzo incompiuto di Stendhal. Si tratta di una rara monografia su Leuwen, in cui Riccioli analizza aspetti del personaggio da punti di vista psicologici, sociologici,
Parigi 1961: cronaca di una lotta di strada
- Parigi 1961: cronaca d’una lotta di strada, Il Contemporaneo 45, febbraio 1962 (anno V).
La cronaca offre una visione dettagliata delle tensioni politiche in Francia nel 1961, in particolare durante la guerra d’Algeria. Riccioli analizza la crescente tensione sociale e politica, culminata nel massacro del 17 ottobre 1961, quando la polizia parigina ha brutalmente represso una manifestazione pacifica di algerini.
La cronaca mette in luce le divisioni interne della società francese e il clima di paura e repressione, evidenziando come la guerra d’Algeria influisse sulla percezione dell’immagine democratica della Francia. Riccioli offre un’importante testimonianza delle complessità storiche di quel periodo.
9 settembre Stazione Termini
- 9 settembre Stazione Termini, racconto incluso nella raccolta Scarpe rotte eppur bisogna andar. 14 racconti del Premio Prato1951-1954, pubblicata nel 1955 dalla casa editrice Avanti! nella collana Il gallo (n. 16).
Riccioli ambienta la storia del racconto nella stazione ferroviaria di Roma Termini, simbolo del transito e dell’attesa nel periodo post-armistizio dell’8 settembre 1943. Questo contesto storico rappresenta una svolta per l’Italia, segnata dall’occupazione nazista e dalla crisi sociale.
Attraverso una narrazione corale, il racconto esplora le esperienze di vari personaggi, riflettendo sullo smarrimento e sulla resilienza in un momento di grande incertezza. La stazione diventa un microcosmo della società italiana, intrecciando storie di fuga e ricerca di nuove direzioni.
La prefazione di Raffaello Ramat contestualizza ulteriormente i racconti nel panorama letterario dell’epoca, sottolineando l’importanza del Premio Prato nella promozione di nuove voci e nella riflessione sulle dinamiche sociali e culturali del dopoguerra nelle complessità e contraddizioni di un periodo di ricostruzione e speranza.
Curiosità e dettagli sull’autore
Schietto e riservato, dedito alla docenza e ai suoi allievi, fine amatore di storia dell’arte, cinema, letteratura in tutte le sue forme, lettore vorace, poco propenso a frequentare ambienti accademici, Riccioli dedicava gran parte del suo tempo agli amici Valentino Parlato, Mino Argentieri, Nino Caruso, Giorgio Battistelli, Francis Darbousset.
Per la sua ampia erudizione aveva fatto propria la definizione di Antonio Gramsci: “Cultura non è il possedere un magazzino ben fornito di notizie ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi acquista coscienza di sé e chi sente la relazione immanente con tutti gli altri esseri – ciò che da essi lo diversifica e ciò che ad essi lo unisce”.
Pagina a cura di Davide Sortino e Gabriele Di Stefano.